La strana coppia

In questo avvio d’anno non sono mancate le sorprese.

Il 14 febbraio in un articolo de “Il Sole 24 Ore” leggo che le prime cinque compagnie petrolifere del mondo occidentale, le eredi di quelle che Enrico Mattei aveva definito le “Sette sorelle”, hanno realizzato quasi 200 miliardi di profitti.

Profitti da primato, di soldi non ne hanno mai realizzati così tanti. Il presidente Usa Joe Biden ha parlato di utili “oltraggiosi”.

Eppure 2 anni fa, nel 2020, per effetto del Covid, avevano chiuso in profondo rosso. I media parlavano di un mondo senza petrolio con sola energia verde. Ora sembra un altro mondo.

Sempre il 14 febbraio il Parlamento Europeo ha deciso di vietare a partire dal 2035 la vendita di auto inquinanti nuove (auto alimentate a diesel e benzina). Strada spianata per la svolta elettrica.

Stiamo vivendo una fase particolare della nostra storia. La domanda di energia è massima e l’obiettivo rimane sostituire le fonti tradizionali con fonti “green”. Tuttavia una transizione così importante non può avvenire senza caos, senza problemi sociali, senza costi. Molti osservatori iniziano a dire che sarà un cambiamento più lungo del previsto e che “temporaneamente” non possiamo fare a meno di petrolio e di gas.

In attesa del verdetto finale, vi sono alcuni elementi certi:

1) il percorso è segnato, non torneremo indietro.

2) gli investimenti programmati nella transazione energetica sono impressionanti;

3) se i combustibili fossili devono diminuire saranno necessari più metalli, quelli utili all’elettrificazione. La quantità di rame e quella di grafite dovranno moltiplicarsi di 28 volte. Secondo l’AIE (Agenzia internazionale dell’energia) la domanda di rame, di cobalto e di litio supereranno l’offerta già nei prossimi due anni. Come mai queste cifre? Produrre un megawatt di energia elettrica richiede 16 tonnellate di minerali con gli impianti eolici offshore, 6,8 tonnellate con il solare fotovoltaico e solo 1,1 tonnellate con una centrale a turbogas;

4) la soluzione al problema della scarsità delle risorse può solo consistere nell’adozione di un modello circolare, in cui le risorse impiegate vengono riciclate. In questo modo quello che prima andava sprecato, ora va ad alimentare un nuovo processo (newsletter del 15/11/22);

5) la transazione verde dovrebbe ridisegnare la geopolitica globale, spostandosi dai Paesi produttori di petrolio e gas a quelli produttori di minerali, in particolare quelli più critici. La Cina raffina il 40% del rame, il 35% del nickel, il 65% del cobalto ed il 58% del litio ed è quasi monopolista nelle terre rare. (newsletter del 27/09/22)

Per investire con successo bisogna essere investitori di lungo periodo: seminare oggi, attendere la crescita e poi raccogliere i frutti.

In cosa dobbiamo investire: petrolio o elettrico? Per evitare “passi falsi” suggerisco come al solito di non scommettere su singoli titoli, ma di orientarsi verso strumenti finanziari gestiti (come ad esempio fondi comuni d’investimento), assistiti da un consulente finanziario.

Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica.

Thomas Edison

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