A Dearborn (Michigan) il 16 giugno 1903 venne fondata Ford Motor Company. Dodici furono gli investitori, tra i quali il quarantenne Henry Ford e i fratelli Dodge.
Ford è nota per aver utilizzato per la prima volta la catena di montaggio e la produzione di massa (fordismo).
A Shenzen cent’anni dopo nel 2003 fu fondata BYD (Build Your Dreams, “costruisci i tuoi sogni”), l’azienda cinese specializzata nella produzione di veicoli elettrici.
Nel solo mese di ottobre 2024 BYD ha venduto ben 534.000 veicoli elettrici. Un record travolgente che la sta portando a scalare le classifiche mondiali di vendite di auto, che oggi al primo posto vede la giapponese Toyota.
Dopo solo un anno dall’esordio, BYD è già al decimo posto della classifica e ha per obiettivo superare Ford che è all’ottavo posto.
BYD ha già superato per ricavi il gruppo Tesla, che però resta la dominatrice assoluta in termini di capitalizzazione di borsa con oltre 1.000 miliardi di dollari. Per capire di che cifra parliamo, Ferrari capitalizza soltanto circa 80 miliardi.
Intanto i costruttori tradizionali di auto, da Ford a Volkswagen a Mercedes e BMW, faticano a digerire la transazione all’elettrico. Soprattutto in Europa, dove i consumatori non hanno ancora accettato il passaggio, scoraggiati soprattutto dal prezzo troppo alto delle auto elettriche rispetto a quelle termiche.
Ed il problema si è allargato anche ai produttori di batterie per automobili. Ad esempio il fallimento del produttore svedese di batterie Northvolt sta causando un tasso di fallimenti record in Svezia.
Ricordiamo tuttavia che la Commissione Europea ha stabilito un regolamento che fissa gli standard in materia di emissione di CO” per le autovetture e furgoni nuovi a partire dal 2025. Se non verrà modificato, i cittadini europei saranno “costretti” ad acquistare autovetture elettriche. Si stima un incremento del 41% su base annua delle vendite di veicoli elettrici nell’Unione Europea durante il 2025.
Negli Stati Uniti, ed anche in Canada, dove invece l’auto elettrica si sta già diffondendo, l’amministrazione Biden ha alzato muri nei confronti delle auto elettriche cinesi applicando dazi superiori al 100% e Trump ha promesso di aumentarli al 200% anche per le importazioni dal Messico, dove BYD ha aperto un impianto.
Per concludere, nonostante gli incidenti di percorso, la direzione di marcia sembra ormai chiara, con le principali case automobilistiche che perseguono una strategia di elettrificazione.
Non essendo in grado di capire oggi chi sarà il vincitore della sfida, il consiglio è sempre lo stesso: diversificare investendo nel pagliaio e non cercare l’ago. E mi vengono in mente immediatamente alcuni fondi di investimento specializzati nel futuro del trasporto su ruote. Parliamone.
“Niente è costante come il cambiamento.”
Ludwig Boerne