Paradiso Italia

Nel 1799 l’Impero Britannico era talmente vasto da arrivare a governare su quasi 450 milioni di persone e su un territorio esteso circa un quinto della Terra.

Oggi dopo 225 anni il Regno Unito ha revocato lo storico regime fiscale pensato nel 1799 per attrarre in patria personaggi stranieri illustri e ben patrimonializzati, ritenuti in grado di generare ricchezza. Tra questi ricorderete certamente il pilota di motociclismo Valentino Rossi.

Negli ultimi anni i milionari e ultramilionari residenti esteri nel Regno Unito sono pertanto stati costretti a cercare casa in altri paesi. Tra questi uno dei preferiti è l’Italia.

Sorpresa! L’Italia che è un Paese di “tartassati” è però considerato da molti un “paradiso fiscale”.

Per promuovere lo sviluppo economico, scientifico e culturale del nostro Paese il sistema fiscale italiano offre numerose agevolazioni a coloro che trasferiscono la propria residenza in Italia. Alcune misure sono state introdotte diversi anni fa (2016), altre sono più recenti (2023):

1) Regime degli impatriati. Si tratta di agevolazioni rivolte a lavoratori altamente qualificati che spostano la loro residenza in Italia. Se si verificano le condizioni previste, tali soggetti pagano le imposte solo sul 50% (o addirittura solo sul 40%) del loro reddito prodotto nel territorio italiano entro il limite annuo di 600.000 euro. Tale regime si applica per 5 anni, a determinate condizioni prorogabile di altri 3 anni.

2) Regime dei Neo Residenti. Prevede l’applicazione di una imposta forfettaria di euro 100.000 sui redditi prodotti all’estero dalle persone fisiche ad alto reddito (high net worth individuals) che dall’estero si trasferiscono in Italia. Tale regime si applica per massimo 15 anni.

Secondo un recente rapporto di una nota società di consulenza britannica, sono “fuggiti” in Italia non solo i paperoni britannici, ma anche cinesi e indiani e qui da noi hanno trovato non solo un posto dove pagare meno tasse, ma anche un luogo dove vivere uno stile di vita migliore, in libertà, sicurezza, pulizia e rispetto.

Altri invece sono “scappati” ad esempio in Australia, Nuova Zelanda, Malta, Mauritius e nel Principato di Monaco.
Negli ultimi anni
infatti molti Paesi hanno messo in campo le più svariate misure per cercare di attrarre capitali e, di conseguenza, gettito erariale aggiuntivo.

L’Italia è talvolta definita “paradiso fiscale” anche per quanto riguarda l’imposta sulle successioni.

Come rileva uno studio dell’Università Cattolica di Milano nel 2022 lo Stato ha incassato dall’imposta di successione e donazione solo 1.043 milioni di euro, pari allo 0,05% del Pil e allo 0,18% delle entrate totali. Per avere un riferimento, basti pensare che (sempre secondo lo stesso studio) in Francia il gettito è stato di 18,6 miliardi di euro, 18 volte l’Italia, ed in Germania 9,8 miliardi di euro.

La tassa di successione in Italia è considerata una delle più basse tra i principali Paesi europei,

In Italia il coniuge e i parenti in linea retta pagano un’imposta del 4%, ma solo sulle somme eccedenti la franchigia di 1.000.000 di euro conteggiata per ogni erede. In Francia le successioni tra coniugi sono esenti, le altre sono tassate fino al 60% in base al grado di parentela. In Germania l’aliquota varia dal 7 al 50%

Resterà l’Italia per sempre un paradiso fiscale per questo tipo di imposte? Potrebbe, ma non è detto. Quindi meglio affrettarsi.

In tale contesto, per la tutela dei propri capitali, il risparmiatore può parlare con il consulente finanziario anche dei temi di cui ho parlato oggi: ottimizzazione fiscale e passaggio generazionale.

Il modo migliore di costruire il nostro futuro è dedicarci al nostro presente, adesso.”

Jon Kabat-Zinn

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