Con le inaspettate elezioni in Francia i riflettori sono tornati su quanto è accaduto una decina di anni fa in Europa, vale a dire sulla crisi del debito.
All’epoca fu la Grecia a scatenare una violenta tensione su tutti i titoli di stato a partire dall’Italia. Oggi la faccenda appare più complessa perché il debito pubblico è esploso con la pandemia ed ora – secondo molti – è fuori controllo in quasi tutti i gli stati del Vecchio Continente e non solo.
Vediamo oggi quale è la situazione e di riflesso le scelte più opportune da prendere nell’investimento dei nostri risparmi.
A maggio il debito pubblico italiano ha raggiunto la cifra record di 2.918,9 miliardi.
Solo negli ultimi dodici anni è aumentato di circa il 40%. In linea con le previsioni del governo che a causa del Superbonus prevede di toccare quota 3.000 già nel 2025. L’Italia è destinata entro tre anni a raggiungere, suo malgrado, il primato continentale nel rapporto fra debito e PIL, cancellando l’ormai tradizionale primo posto di una Grecia dove invece lo stesso rapporto sta scendendo rapidamente.
Oltre all’Italia, in procedura per deficit eccessivo è finita anche la Francia ed altri cinque Paesi europei. Soprattutto la Francia è diventata in questi ultimi anni un osservato speciale. Con il 2020 il rapporto debito PIL della Francia è esploso ed ha superato il 110%. A maggio S&P ha tagliato il rating della Francia e i titoli di stato portoghesi oggi rendono meno di quelli francesi: il mondo della finanza ritiene il Portogallo oggi una meta più sicura della Francia.
Chiudo con gli Stati Uniti. Tratto da “Il Sole 24 Ore”: «Mi rifiuto di lasciare i nostri figli con un debito pubblico che non potranno ripagare», disse nel 2013 il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama. Ma nei dieci anni successivi, secondo i dati elaborati da Fidelity, il rapporto tra debito e Pil negli Usa è passato dal 60% al 120% e ha ormai superato in valore assoluto i 34.000 miliardi di dollari.
Francia e Stati Uniti ritengono di avere una missione universale. E ritengono di poter continuare ad indebitarsi senza fare la fine che ha fatto la Grecia e senza essere trattati come viene sempre trattata l’Italia, eterna debitrice sempre sull’orlo del fallimento.
L’esempio della Grecia e dell’Italia devono però fare a tutti scuola. Spesa pubblica e debito creano alla lunga un circolo vizioso. In pratica o il governo risana i conti oppure i cittadini diventano sempre più poveri (come si vede nella foto).
Certamente una cosa non cambierà. Prestare i soldi all’America non è la stessa cosa che prestarli alla Francia o all’Italia. Il consiglio per noi risparmiatori è sempre lo stesso: diversifichiamo ed affidiamoci a dei gestori di grande competenza.
“Un Paese ha bisogno di rigore fiscale per costruire un’economia solida e per la giustizia sociale.”
Smriti Irani (Ministro del Governo dell’Unione Indiana).