Mors tua vita mea

Il 17 agosto 2020 il Tesoro americano collocò una obbligazione trentennale con una cedola fissa del 1,375%. Le richieste da parte dei risparmiatori superarono ogni immaginazione.

Oggi questo titolo di stato americano tratta a 49. Chi lo ha acquistato a 100 e lo vende oggi incassa meno della metà di quanto ha investito.

Ma i titoli di stato non sono titoli sicuri? I compratori di quei titoli erano matti?

Infuriava la pandemia, i tassi di interesse erano a zero ormai dal 2008 ed ottenere 1,375% sembrava una cosa eccezionale.

Poi nel 2022 a seguito del massiccio intervento pubblico per reagire al covid e con la conseguente inflazione dell’11%, un livello che non vedevamo dal 1981, abbiamo assistito al più grande crollo della storia nel valore dei titoli di stato.

Oggi, a titolo di esempio, il BTP marzo 2072 quota 59, il BTP aprile 2045 quota 62, il BTP 2031 quota 83; chi ha sottoscritto 100.000 euro di quest’ultimo oggi può venderlo a 83.000 realizzando una perdita di 17.000 euro. Direi un pessimo affare per i compratori e un affare eccellente per lo Stato Italiano.

A questo livello non sono in pochi invece a pensare che sia un affare.

Storia interessante direte, ma cosa ci insegna?

1) Attento al momento in cui compri. Comprare in emissione, magari sollecitato dalla pubblicità, non è sempre un buon affare. L’emittente, che sia una azienda o uno Stato, dispone sicuramente di molte più informazioni rispetto al risparmiatore e riesce quasi sempre ad utilizzarle a proprio favore;

2) E’ un bene se non hai acquistato titoli di Stato prima del 2022. I risparmiatori guardano a quello che hanno, dimenticando quello che avrebbero potuto o dovuto avere. Il consulente finanziario non è solo quello che ti fa guadagnare, ma anche quello che – quando il mondo va a pezzi – ti fa perdere meno di quello che avresti perso investendo in altre cose o con altre banche;

3) Dopo 20 anni i rendimenti sono nuovamente interessanti. La buona notizia è che oggi i rendimenti sono molto interessanti: 5,5% negli Stati Uniti e 4% in Europa sono oggi i tassi ufficiali. Non li vedevamo dal 2002. Ormai da un anno a questa parte è il momento buono per gettare le basi per i guadagni futuri;

4) Diversifica. Come investitori, abbiamo la tendenza a comperare titoli del nostro Paese (rating BBB); tuttavia è importante ricordare che siamo già molto soggetti al “rischio Italia”. La nostra abitazione è in Italia, il nostro lavoro è in Italia, si possono spostare casa ed azienda? Siamo sicuri che sia opportuno tenere anche tutti i risparmi investiti in titoli italiani?

Le vere amicizie, come i vini più pregiati, migliorano con l’andare del tempo.”

Peter McCallan

 

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