A ottobre dello scorso anno il nostro Ministero degli Affari Esteri aveva pubblicato la notizia della nascita, entro la prima metà del 2024, della Borsa Valori dell’Etiopia (Ethiopian Securities Exchange – ESX). Il listino dovrebbe accogliere la quotazione di azioni di colossi a controllo pubblico, come ad esempio Ethiopian Airlines, ma anche medie e piccole aziende. Andrebbe quindi ad aggiungersi ai Mercati preesistenti in Africa, che capitalizzano complessivamente circa mille miliardi di dollari USA, gran parte dei quali concentrati in Sud Africa a Johannesburg.
In attesa dell’evento, il Paese africano si è però reso protagonista per un’altra “vicenda finanziaria”: il “suo” fallimento!
Due mesi fa l’Etiopia ha infatti mancato il pagamento di una cedola su un prestito di un miliardo e ha quindi dichiarato lo stato di insolvenza sul suo debito pubblico. Il secondo paese più popoloso del continente è passato dalle stelle alle stalle in pochi anni.
Per l’Africa è una situazione nota, poiché recentemente sono falliti anche altri due paesi: il Ghana nel 2020 e lo Zambia nel 2022.
Fra le cause di tali dissesti finanziari evidenzio il covid e soprattutto l’esagerato rialzo dei tassi di interesse attuato dalla Banca Centrale Americana. I debiti pubblici accumulati negli anni dai paesi emergenti, per investire principalmente in infrastrutture e spesa sociale, sono per gran parte denominati in dollari USA: la salita dei tassi e il rafforzamento della valuta americana li hanno resi insostenibili.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale altri otto paesi africani rischiano l’insolvenza nel 2024.
Non tutti i paesi emergenti del globo sono però in crisi. Ve ne sono che viaggiano a vele spiegate.
I mercati emergenti rappresentano la maggior parte della popolazione mondiale e sono noti come fattore trainante della crescita economica globale. Si tratta di una reputazione ottenuta negli ultimi decenni. Costituiscono già il 58% dell’economia mondiale e si prevede che tale percentuale aumenterà ulteriormente, poiché la loro crescita continua a superare quella dei Paesi sviluppati. Ciononostante i mercati emergenti sono ancora percepiti dagli investitori come ad alto rischio.
Tuttavia recentemente è sempre più diffusa l’opinione che i fondamentali stiano cambiando a favore di tali mercati. In particolare che il debito dei mercati emergenti sia favorito dalla riduzione dei tassi e da una possibile svalutazione del dollaro.
È dunque un’area sulla quale vale certamente la pena investire una piccola parte dei propri capitali, affidandosi però a riconosciute società internazionali di gestione del risparmio che abbiano le capacità necessarie per scegliere quali sono i Paesi affidabili e quali non lo siano.
“Il più grande rischio è non prendersi nessun rischio.”
Mark Zuckerberg