E ovviamente tutti abbiamo già l’acquolina in bocca!
La pizza come la conosciamo oggi nasce nella Napoli borbonica del XVIII secolo. Veniva venduta nelle bancarelle per le vie di Napoli ed era associata alla povertà, alla fame.
1889,in onore della Regina Margherita, il pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito creò la Pizza Margherita con i colori della bandiera italiana: il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro e il verde del basilico.
La pizza rimase comunque ancora per molto tempo un fenomeno napoletano, un cibo umile di strada. Solo dopo la seconda guerra mondiale la pizza iniziò ad essere conosciuta al di fuori dell’Italia e delle comunità di immigrati italiani e dopo aver trovato fama negli USA tornò in trionfo da noi.
Anche oggi si parla di “effetto pizza” quando si vuole illustrare il successo di un prodotto prima all’estero che nel luogo di origine.
17 gennaio 2023. Nel giorno di Sant’Antonio abate patrono dei pizzaioli si celebra la giornata mondiale della pizza. Il Pizza World Day fu istituito nel 2017, quando “l’arte tradizionale del pizzaiolo napoletano” ha ricevuto il titolo ufficiale Unesco di Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Pensateci: se esiste una parola che più universale non si può, è proprio PIZZA.
Il Paese in cui se ne mangia di più? Spiacente, non è l’Italia, bensì gli USA che da uno studio recente hanno un consumo medio pro-capite di 13 kg. In Italia se ne sfornano 8 milioni al giorno. Segue al terzo posto il Brasile.
La più amata dagli americani? È la Pepperoni. Dal nome fuorviante. È al salame piccante.
La pizza più grande? In California nel 2017 è entrata nel Guinness dei primati una pizza di ben 1.930,39 metri
Negli ultimi mesi la pizza è diventata costosa. Il 2022 sarà ricordato per l’anno del ritorno dell’inflazione. A spingere l’inflazione hanno contribuito vari fattori. La forte domanda post lockdown, l’aumento poderoso del prezzo delle materie prime e dell’energia, le inefficienze (colli di bottiglia) nella produzione.
E’ vero che moltissimi esperti parlano di un ritorno alla normalità già dal prossimo anno, tuttavia c’è chi teme non sarà così. Una conferma arriva dal prezzo della pizza. Anche questa volta la storia ci è di insegnamento: avete mai visto una pizzeria modificare il listino dei prezzi ribassandoli? Ovviamente no.
Da Carlo Cracco, in Galleria a Milano, per una pizza margherita servono 22 euro, ma nel 2022 nelle numerose altre pizzerie italiane si è passati da 5 a 7 o 8 euro.
Nel 2018 il prezzo medio della pizza margherita era di 5,47 euro. Nel 2008 era di 4 euro. Nel 2001 era di 7.000 lire (3,61 euro). Quando io ero piccolo bastavano 1.000 lire.
Gli esperti sono ancora divisi fra sostenitori di un’inflazione “passeggera” e sostenitori di un’inflazione “permanente”.
A fronte delle tante temporanee incertezze, noi investitori dobbiamo focalizzarci sulle uniche nostre certezze: pazienza e perseveranza. E’ infatti dimostrato che negli investimenti “vince” chi sa gestire le emozioni e mantiene lo sguardo agli obiettivi di lungo termine. Il nostro obiettivo? Far crescere il nostro capitale più dell’inflazione.
“Questa si che è vita, ragazzi: pizza calda, il cibo dei grandi re!”
Homer Simpson