Green transition: da Apple alla Formula 1

Si chiama Daisy e, seppur poco conosciuto, è uno dei fiori all’occhiello di Apple. Daisy è un robot all’avanguardia nel settore riciclo, creato per il recupero di quanto più materiale possibile dagli iPhone “esausti”.

Per ora sono solamente due: uno ad Austin in Texas, l’altro a Breda in Olanda. 200 iPhone ogni ora. In diciotto secondi, grazie a pinze e presse, il robot riesce a smontare un telefonino, recuperando decine di pezzi e materiali, quali ad esempio microchip, vetro, rame e acciaio, che saranno riutilizzati per nuove produzioni.

Daisy è solo il tassello di un piano ambizioso con cui Apple mira ad una maggiore indipendenza per le materie prime e al raggiungimento della “carbon neutral” (neutralità del carbonio) entro il 2030.

Se nel 2021 Apple ha destinato al riciclo 38.000 tonnellate di rifiuti elettronici, negli anni a venire si impegnerà quindi per “fare di più”, così come altre grandi multinazionali.

Un approccio più sostenibile spetta a tutti i settori, nessuno escluso. Nemmeno la Formula 1, uno sport che da sempre è legato al settore dei combustibili fossili.

Dal 2026, infatti, le auto in gara seguiranno nuove regole, i motori funzioneranno con carburanti a basse emissioni, ricavati anche da rifiuti e scarti alimentari. L’intento è di utilizzare un nuovo carburante 100% sostenibile. E una volta messo a punto questo carburante potrebbe essere destinato anche ai due miliardi di automobili comuni.

Al lavoro sulla messa a punto del carburante completamente sostenibile c’è Pat Symonds, responsabile tecnico della Formula 1, il cui team sta lavorando con Aramco (grande azienda saudita produttrice di combustibili fossili ndr) ed ha testato fino ad ora 39 miscele diverse.

Si sta lavorando inoltre su un altro fronte: lo smaltimento dei vari componenti delle auto dovrà essere quanto più possibile “green”. Le scuderie dovranno riciclare le batterie e, dove possibile, riutilizzare i metalli preziosi. 

L’Erbolario è la famosa azienda di cosmetici lodigiana. Il suo Polo logistico di 27.000 metri quadri è riscaldato da un impianto che coniuga pompe di calore ed energia geotermica, senza consumo di gas metano.

E non solo. L’azienda puntando alla sostenibilità ed autosufficienza energetica sta ampliando il suo parco fotovoltaico e nei mesi estivi ha solo una piccola necessità di energia che proviene esclusivamente da fonti rinnovabili certificate, come l’eolico.

Le tre storie che ho raccontato parlano di ricerca di nuove fonti di energia e di riciclo di materiali e mostrano chiaramente che quella della sostenibilità e della transazione energetica sono due sfide molto grandi e molto sentite da tutti. Stanno trasformando l’intera economia globale in una corsa a limitare gli effetti del cambiamento climatico.

Gli investimenti hanno un ruolo sempre più importante per indirizzare la transazione green e a sua volta tale percorso offre diverse opportunità di investimento per i risparmiatori. Di sicuro l’offerta di strumenti dedicati non manca.

Cadendo la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza.

Lucrezio

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *