E’ il momento di investire in oro? Parte seconda.

L’oro ha deciso il destino di re ed imperatori. Già ai tempi di Augusto l’oro era la moneta universale e il modo più semplice per trasmettere la ricchezza di padre in figlio.

Per chi vuole investire in oro esistono due soluzioni: acquistare Etc sull’oro o acquistare la proprietà diretta dei lingotti.

Gli Etc (exchange traded commodities) sono dei prodotti finanziari che consentono di indicizzare l’investimento alla dinamica dell’oro. Tuttavia non è la stessa cosa che detenere lingotti d’oro in un caveau. Voglio fare luce su questo aspetto. Questi strumenti non conferiscono ai loro detentori il diritto di ricevere una specifica quantità di oro. E infatti nei prospetti è precisato.

Quindi, per chi volesse detenere l’oro fisico, è necessario detenere il metallo giallo in lingotti.

Attenzione. E’ necessario che il produttore e il lingotto stesso siano dotati di una certificazione (ad esempio da parte della Lbma, London Bullion Market Association). Inoltre detenere lingotti comporta i seguenti oneri: trasporto, assicurazione, custodia in una cassetta di sicurezza e perizie.

Un altro punto di attenzione è il prezzo di compravendita del lingotto, che potrebbe essere diverso dal prezzo “spot”, ossia dal prezzo dell’oro che troviamo riportato nei giornali e nei siti internet specializzati.

Concludendo se si vuole investire sull’apprezzamento dell’oro, gli ETC “a replica fisica” in genere offrono garanzie più che sufficienti. Se invece si acquista oro per coprirsi da eventi estremi allora sarebbe preferibile investire direttamente nei lingotti, pur di detenerli in luoghi “sicuri”.

Ho evidenziato il termine “sicuri” perché il possesso di oro è talmente importante che anche gli Stati non si fidano tra di loro facendo il possibile per tenerlo in patria. L’esempio più evidente è quello della Russia, ma non è il solo. Nella mia newsletter dell’11/02/2019 raccontai che il Governo Italiano non è ancora riuscito a rimpatriare le sue 600 tonnellate d’oro “prese in consegna” dagli alleati nel dopoguerra: 300 sono presso la Banca d’Inghilterra e 300 presso la Federal Reserve di New York.

Quanto alla fiscalità, la legge stabilisce che nel caso in cui il privato rivenda l’oro ottenendo una plusvalenza l’imposta è sempre del 26%.

E a chi mi dice: “Ho trovato in cassetta di sicurezza, monete d’oro e lingotti, sicuramente acquistati nel tempo da vari componenti della mia famiglia (genitori, nonni, ecc.) e vorrei venderli, è possibile?” rispondo che la norma prevede che nel caso in cui il possessore di oro fisico al momento della rivendita non sia in possesso della fattura di acquisto il fisco presuppone che ci sia stata una plusvalenza del 25%, quindi si potrà tranquillamente vendere ma si dovrà pagare il 26% sul 25% del valore della vendita.

Non è tutto oro quel che luccica, ma bisogna ricordare che neppure luccica tutto quel che è oro.”

CHRISTIAN FRIEDRICH HEBBEL

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