“Vi sono due tipi di aziende: quelle che cambiano e quelle che scompaiono.” (Philip Kotler).
Rilassatevi, se queste domande non ve le fa chi si preoccupa per voi, state tranquilli che non ve le farà nessun altro:
– Quanti anni pensi ancora di vivere?
– Hai riflettuto sulle conseguenze che avrebbe la tua morte improvvisa sulle persone che resteranno dopo di te?
– Se tu potessi scegliere, a chi lasceresti il tuo patrimonio?
– Tra i tuoi figli c’è qualcuno in grado di portare avanti la tua attività, o magari non ne sono capaci o hanno altre aspirazioni?
Mi fermo qui, perché c’è abbastanza di cui riflettere. E le risposte le troviamo in una grande storia italiana, quella di Leonardo Del Vecchio.
Dietro alle cose che ci circondano nella nostra quotidianità, ci sono grandi storie di uomini e di donne, imprenditori e imprenditrici che con dedizione, lavoro, sacrificio, determinazione hanno usato il loro talento, la loro intuizione e la loro creatività e costruito il mondo in cui noi oggi viviamo.
Una di queste storie l’ho letta qualche giorno fa mentre ero in vacanza, in un giorno di questa caldissima estate, mentre indossavo i miei occhiali da sole. Una storia unica, incredibile, e anche adesso quando indosso i miei occhiali da sole, o quando li tolgo e guardo la montatura, non vedo solo un oggetto, ma vedo molto di più e penso a lui, a Leonardo Del Vecchio.
Leonardo è venuto a mancare il 27 giugno scorso. Si è sposato tre volte, ha avuto sei figli e lascia un patrimonio enorme: è il secondo uomo più ricco d’Italia.
Leonardo ha deciso da tempo che la sua azienda gli sopravviverà, ha deciso che la proprietà – che verrà divisa tra i familiari – verrà distinta dall’operatività – che verrà assegnata ad un manager di sua fiducia -. Tutti i familiari avranno la loro quota, ma la sua azienda non la gestiranno loro, perché lui ha deciso che l’azienda deve prosperare nel tempo dopo di lui. Leonardo, imprenditore che con il suo lavoro ha costruito un impero, ha deciso di proteggere questo impero e farlo crescere anche dopo di lui. Ha scelto di dargli un futuro.
L’imprenditore ha un legame speciale con la sua azienda, affettivo, quasi come se fosse una figlia. E questo porta molti imprenditori a non affrontare una pianificazione.
I candidati naturali sono i figli, ma potrebbero non essere le persone giuste o solo alcuni essere interessati o preparati a farlo.
Oggi in Italia:
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l’85% delle imprese è costituito da imprese familiari;
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il 23% sono guidate da un leader con oltre 70 anni;
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l’età media dell’imprenditore italiano è 68 anni;
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solo il 30% delle imprese familiari sopravvive al suo fondatore;
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appena il 13% giunge alla terza generazione.
Attenzione, in assenza di disposizioni, la legge italiana prevede “parti uguali”. Leonardo è stato previdente!
Se è vero che gli imprenditori si circondano di molti professionisti che potrebbero supportarli nel prendere queste decisioni, la ricerca evidenzia che manca “un regista”. Al commercialista è utile che si affianchi il consulente finanziario, in modo da ottenere una consulenza a 360 gradi.
Da quanto mi occupo di consulenza patrimoniale? Da quando nella mia esperienza personale e professionale ho potuto vedere cosa significa non essere protetti.
“La difficoltà non è trovare nuove idee, ma liberarsi di quelle vecchie.”
John Maynard Keynes (economista britannico; 5/6/1883-21/4/1946)