CINA: la Tigre tornerà a ruggire?

Il 2021 è stato un anno splendido per i mercati finanziari, l’indice azionario mondiale MSCI World ha registrato una crescita di oltre il 20%. Splendido, ma non per tutti.

Nel medesimo periodo infatti, gli indici azionari cinesi hanno fortemente deluso: Shangai, il principale, ha chiuso l’anno con un risicato +4%, mentre Hong Kong è addirittura sceso del 15%.

A gennaio dello scorso anno alcuni big della finanza mondiale esprimevano grande positività verso il mercato azionario cinese, poi improvvisamente l’aria è cambiata e il Gigante Asiatico ha registrato un deflusso record di capitali esteri. Cos’è successo?

I motivi principali di tale capovolgimento sono da attribuire a:

  1. gli interventi del governo tesi a controllare dirigisticamente alcuni settori chiave dell’economia, come tecnologia e istruzione;

  2. la crisi del settore immobiliare a partire dal caso Evergrande;

  3. le difficili relazioni con gli USA, con l’intervento delle autorità americane che hanno deciso di rendere più severi i requisiti di trasparenza nei confronti delle società cinesi quotate nelle Borse degli Stati Uniti;

  4. il recente totale lockdown, che ha comportato il fermo totale delle attività economiche in città molto importanti, con la conseguente frenata del PIL (prodotto interno lordo);

  5. il timore che il conflitto russo-ucraino possa coinvolgere anche la Cina, “alleata” dei primi;

  6. la paura che la Cina possa “muoversi militarmente” verso Taiwan;

E adesso quali sono le prospettive? A parer mio questa perdita di attrattività è sicuramente temporanea, dato che molti sono gli elementi positivi che caratterizzano la Cina. Tra questi:

  1. è la seconda potenza mondiale. Un paese in piena trasformazione che vuole diventare un leader a tutto tondo;

  2. ha un PIL pari a quasi il 20% di quello globale. Si prevede che supererà i 16.000 miliardi di dollari già quest’anno ed è in costante ascesa;

  3. ha un rating S&P e Fitch pari ad A+ (questo è indice di solidità);

  4. gode di un ottimo rapporto debito pubblico/PIL (70% circa).

Ci sono poi altri esempi dei progressi della Cina che non sono molto noti:

  1. praticamente tutta la popolazione cinese (il 95%) è coperta da una assicurazione sulle malattie;

  2. la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è del 60% contro una media mondiale del 47%;

  3. 900 milioni di cinesi hanno un Fondo Pensione;

  4. la spesa per consumi è cresciuta del 261% negli ultimi dieci anni;

  5. 133 dei 500 più famosi brand globali (Fortune Global) sono cinesi. Chi non conosce Alibaba, Xiaomi o Lenovo?

  6. la Cina produce il 31% dei brevetti concessi a livello globale rispetto al 22% degli USA

  7. il 62% dei cinesi preferisce acquistare cibo online e il 52% fa acquisti con lo smartphone almeno una volta alla settimana.

In conclusione se come investitori vogliamo ampliare i nostri orizzonti, non possiamo non vedere che la Cina è imprescindibile.

La felicità non cade dal cielo e i sogni non si realizzano da soli.”
XI JINPING (Presidente della Repubblica Popolare Cinese; 15 giugno 1953 )

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *