Ho studiato tedesco anche all’Università. E quando ero interrogato i miei compagni di corso provavano per me “Schadenfreude”, un termine incomprensibile che indica una strana miscela di gioia e sollievo che si prova di fronte alle disgrazie altrui.
Ricordo ancora alcune di queste parole amate stranamente dai tedeschi. Due illustrano perfettamente la sfida che gli investitori affrontano in questo momento.
“Zugzwang” che si traduce letteralmente con “costretto a prendere una decisione” e “Verschlimmbessern” che significa “peggiorare la situazione nel tentativo di migliorarla”.
Da alcune settimane sui mercati finanziari c’è preoccupazione: la crescita dei prezzi delle materie prime, l’inflazione e la guerra. Ma cosa dovremmo fare? Vendere tutto ai minimi di mercato e scappare o aumentare l’investimento sperando che le cose si sistemino a breve?
Il grafico mostra l’andamento nel tempo dell’indice S&P500 rappresentativo della borsa americana negli ultimi 32 anni. In rosso sono evidenziati i trimestri di ribasso e in verde quelli di rialzo. Si noterà che il grafico è quasi tutto verde.
La storia insegna agli investitori che questi sono i momenti per avere pazienza e lasciare al gestore queste scelte importanti. Nessuno ci costringe a prendere una decisione (Zugzwang) e dobbiamo guardarci bene dal peggiorare le cose tentando a tutti i costi di migliorarle (Verschlimmbessern).
I mercati non si inseguono e non si prevedono, ma la storia ha dimostrato che:
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i mercati col passar del tempo si sono sempre ripresi dagli shock, realizzando forti guadagni. Una pausa, una flessione, fanno parte di ogni investimento;
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il rimbalzo dei mercati dai minimi è molto veloce e intenso. Negli ultimi 40 anni si è concretizzato nei soli 60 giorni che seguono il punto di minimo. Troppo spesso gli investitori che hanno venduto in perdita durante una crisi hanno perso l’occasione per partecipare al rimbalzo;
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il trading, l’attività di compravendita “speculativa”, che molti tirano in ballo in questi momenti in realtà è una vera e propria professione che dev’essere esercitata da esperti e non da dilettanti “fai da te”. Lo si intuisce analizzando le statistiche che vengono diffuse. L’ultima è quella pubblicata recentemente da Borsa Italiana: circa l’80% dei trader finisce per perdere soldi, soltanto il 20% riesce a guadagnare.
Il linguaggio della finanza è ricco di animali. Orsi, tori, cigni neri, falchi, colombe, sembra di essere allo zoo! Ogni animale ha un proprio significato, vediamone quattro.
Toro. Descrive la borsa al rialzo, con riferimento al toro che quando incorna va dal basso verso l’alto. E’ in costante battaglia con l’Orso che descrive la borsa in declino, con riferimento all’orso che quando attacca lo fa dall’alto verso il basso.
Pecore. Descrive quei risparmiatori che in preda alla paura vogliono vendere nello stesso momento le attività finanziarie, qualunque esse siano e a qualunque prezzo, “perché lo fanno tutti”. E’ infatti lo spirito del gregge che spinge le pecore a saltare tutte insieme nel precipizio in alta montagna. Sono in opposizione ai cammelli, che invece possono sopportare un’intera traversata nel deserto riuscendo sempre a trovare l’oasi dove dissetarsi e sfamarsi. Mi sento mille volte cammello e mai pecora.
“I mercati finanziari sono un formidabile strumento per trasferire ricchezza dagli impazienti ai pazienti”.
Warren Buffet, imprenditore, economista e notissimo finanziere.