Cambiamento climatico: il gioco si fa duro per gli investitori?
Da inizio anno i mercati azionari registrano una flessione importante, causata soprattutto dalle preoccupazioni legate all’inflazione. L’inflazione, generata da una robusta crescita economica, sta spingendo le principali banche centrali mondiali ad intervenire per arginarla. Per farlo hanno dato inizio ad un irrigidimento delle politiche monetarie: dunque aumenti dei tassi di interesse e soprattutto progressiva sospensione del Quantitative Easing (l’acquisto di titoli nel mercato).
Il calo dei mercati ha interessato quasi tutti i settori, compresa l’ecologia che sta accusando una flessione di circa il 15%.
È la fine del megatrend relativo al cambiamento climatico?
Secondo l’opinione più diffusa “una giornata pesantemente negativa non può, né deve, condizionare le idee e i convincimenti di lungo termine”.
Il 2020 e il 2021 sono stati due anni eccezionali per la lotta al cambiamento climatico. Opinione pubblica, governi, aziende e mercati finanziari hanno riconosciuto l’urgenza di questa sfida.
In base a quanto riferito dal “2022 Global Risk Report” (World Economic Forum) la minaccia più grave per il futuro dell’umanità è la crisi climatica (non la pandemia).
In pochi anni, il cambiamento climatico è passato da una seria preoccupazione a una crisi di dimensioni mondiali. Eventi che sorprendono per velocità e forza: uragani sempre più frequenti e potenti; ghiaccio artico che si sta sciogliendo; livello dei mari che sta aumentando; ondate di calore da record e temporali sempre più imprevedibili e distruttivi.
Secondo uno studio congiunto di Legambiente, Unipol ed Enel, dal 2010 l’Italia ha subito 1.181 eventi climatici estremi, e nel solo 2021 se ne sono contati 187. Ne sono esempio:
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la temperatura di 48,8 gradi registrata la scorsa estate nel siracusano, la più alta di sempre in Europa;
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le piogge eccezionali che hanno investito alcune località della Sicilia, ai primi di novembre: in poche ore è scesa una quantità di acqua pari a quella di otto mesi.
Lo scorso anno, i fenomeni climatici estremi hanno interessato anche il resto il mondo:
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le alluvioni di marzo in Australia, quelle di luglio nell’Europa centrale (in particolare in Germania) e quelle di novembre in Canada;
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la temperatura di 38 gradi registrata in Siberia nel giugno scorso, che, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, rappresenta il record storico del Circolo Polare Artico.
Secondo un report diffuso recentemente dall’Unione Europea, gli ultimi sette anni sono stati i più caldi da quando esistono le rilevazioni.
Aria di cambiamento.
Negli anni a venire sempre maggiori investimenti saranno necessari per bloccare il cambiamento climatico in corso e per raggiungere gli obiettivi pattuiti con gli accordi sul clima.
In Italia, a titolo di esempio, sono previsti circa 100 miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio nel settore delle rinnovabili e tra I 5 e I 10 miliardi di euro nello stoccaggio chimico e nell’idrogeno verde. Si parla di 100 nuovi impianti di trattamento e impianti di termovalorizzazione.
E non possiamo fermarci qui. Aria pulita, acqua, biodiversità, ambienti incontaminati, risorse minerali e stili di vita sani per le persone
I risparmiatori che investiranno a lungo termine su tale ambito coglieranno I frutti di questa grande opportunità. Le temporanee flessioni dovranno rappresentare solamente ottime opportunità di ingresso.
Concludo quindi affermando con assoluta certezza che il megatrend relativo al cambiamento climatico è solo all’inizio. Gli obiettivi sono ambiziosi e come in tutti i viaggi la strada da percorrere sarà a volte tortuosa, tuttavia è impossibile stare fermi.
“Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza, vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.”
Gianni (Francesco) Rodari (scrittore, giornalista e poeta italiano; 23/10/1920-14/04/1980)