La casa dei genitori ai figli? Anche no!

 

La casa dei genitori ai figli: ma è una buona idea?

Agli italiani piace acquistare immobili, soprattutto quelli sotto casa. Lo sa benissimo il governo che sta elaborando una revisione delle rendite catastali e di conseguenza un aumento delle imposte sulla casa.

L’Italia conta 60,2 milioni di abitanti e 64,5 milioni di immobili. Più di un immobile per abitante.

Questa propensione ad investire “nel mattone”, messa insieme alla propensione a fare le cose senza affidarsi ad un professionista, genera spesso comportamenti pericolosi.

Non è per niente infrequente che dei genitori offrano la possibilità ai loro figli e alle loro figlie di andare ad abitare in una delle case di loro proprietà insieme ai rispettivi coniugi o compagni. E’ un bel gesto, ma cosa succede se nasce un nipotino e i figli si separano o – se non sono sposati – la loro convivenza si interrompe?

La risposta non è per niente piacevole: i genitori, del tutto estranei alla crisi coniugale, non riusciranno a recuperare il loro immobile. Traduco: niente restituzione dell’immobile.

La legge (art. 337-sexies, co.1 c.c.) recita infatti: “il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli”.

La casa verrà assegnata al genitore affidatario, quello che si prenderà cura dei figli minorenni o dei maggiorenni conviventi economicamente non autosufficienti. Nella maggior parte dei casi, in Italia, questo genitore è la madre.

E questo anche se la casa è di proprietà di un terzo, nel nostro esempio dei nonni.

La soluzione? Molto semplice. Basta far firmare un contratto di comodato o un contratto di locazione e farlo registrare all’Agenzia delle Entrate, purché in tale contratto sia indicato chiaramente un termine di scadenza.

“Genitore avvisato….”

Nei miei 26 anni di esperienza i tempi sono proprio cambiati. Inizialmente si parlava di promotore finanziario, venditore di prodotti; si è poi passati a consulente finanziario, che collega i prodotti ai bisogni del cliente; per finire oggi con la definizione di consulente patrimoniale, che segue il cliente a 360 gradi.

Oggi c’è una specializzazione del servizio ed è questa la ragione per cui io sono qui oggi ed assisto i miei clienti. Proteggere e far crescere il loro patrimonio, questo è lo scopo del mio lavoro.

“Il rancore è un inutile dispendio di energie.”
 
Victor Marie Hugo (scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese; 26/02/1802-22/05/1885)

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