Cibo come l’oro

Nocciole a cucchiaiate.

Sono deliziose e sono grandi protagoniste della pasticceria.

Come tanti altri tipi di frutta secca, le nocciole sono originarie dell’Asia, parliamo di oltre 10.000 anni fa, ma solo in un manoscritto cinese del 5.000 a.C. per la prima volta si parla di nocciole.

Nell’antica Roma si usava donare piante di nocciole per augurare felicità.

Alla fine dell’Ottocento è iniziata la coltivazione vera e propria della pianta. Ci sono oltre 300 varietà di nocciole: tra quelle italiane le più pregiate sono la “tonda gentile” delle langhe, la “tonda gentile” romana e la nocciola di Avellino.

Non bisogna confondere le nocciole con le “noccioline”, ovvero le arachidi. Anche per gli anglosassoni si tratta di un vezzeggiativo. Ascoltate la canzone “Hazel” di Bob Dylan e capirete la differenza.

Le nocciole sono usatissime nelle preparazioni di dolci, sono tra gli ingredienti di moltissimi prodotti da forno e sono alla base di creme da leccarsi le dita: la più famosa si chiama Nutella…

Come si è arrivati alla versione “spalmabile” delle noccioline? Dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e tornare nella Torino del 1.800. Capitale del cioccolato europeo Torino esportava delizie in tutte le corti d’Europa fintantoché Napoleone non pose un embargo sul commercio di cacao. I maestri cioccolatieri torinesi allora trovarono una soluzione: mescolarono il cacao alle abbondanti ed economiche nocciole!

Il nome più famoso con cui è conosciuta la pasta di cacao, nocciole e zucchero è “gianduia”, non a caso il nome della maschera della Commedia dell’Arte torinese. Nel 1865 durante il Carnevale furono distribuiti dolcetti fatti di questa crema e nacque la denominazione “gianduiotti”.

La riscossa delle patate.

La fortuna di un cibo arriva davvero da una semplice vicenda reale.

La patata è originaria delle Ande, dove era coltivata già intorno al 5.000 a.C. dagli Inca. Arriva poi in Europa nel 1.500 prima in Spagna e poi in Portogallo, in Francia e in Italia, per poi raggiungere tutti gli altri continenti, ma attenzione: si usava per l’alimentazione di cavalli e maiali!

Due secoli dopo, alla corte di Luigi XVI di Francia, un tale Parmentier convinse il re di Francia ad autorizzare la coltivazione delle patate per alimentare la popolazione in risposta alle carestie dell’epoca. Geniale!

Per vincere la diffidenza del popolo, affamato, Parmentier dimostrò di essere uno stratega del marketing: lasciò intendere che la patata era un privilegio dei nobili, che si trattasse di un cibo raro e dalle qualità eccezionali; fece sorvegliare i campi da gendarmi per rendere la farfanteria più credibile e scelse tra i nobili degli abili “influencer”. L’agronomo ebbe successo. A lui dobbiamo la “potage parmentier” caposaldo della cucina francese.

La patata è uno dei quattro più importanti alimenti dell’umanità, definito dall’economista tedesco Friedrich Engels “il tubero che ha rivoluzionato la storia quanto la scoperta del ferro”.

Esistono molte varietà di patate. Quelle a pasta gialla e quelle a pasta bianca. Quelle rosse, viola, novelle e migliaia di altre varianti. Nella cucina mondiale, le patate sono le regine: fritte, lesse, arrosto. Protagoniste di molti piatti, soprattutto dei miei amati gnocchi del giovedì. Sono il mio cibo preferito sin dall’infanzia: le amo alla follia!

Caffè, il nuovo “oro nero”?

Della storia del caffè ho già trattato.

Dall’inizio del 2024 il prezzo del caffè arabica, noto per il gusto più morbido e meno amaro, è salito di oltre il 100%, e negli ultimi 5 anni è salito di oltre il 200%. Di chi è la colpa? Nell’ultimo anno sicuramente del meteo. Il Brasile, che produce quasi il 40% del caffè mondiale ed è il principale fornitore della qualità arabica, è stato colpito da un mix devastante di gelate e siccità. Lo stesso è avvenuto in Vietnam, che è il secondo produttore mondiale.

In risposta all’aumento dei prezzi, le principali aziende alimentari hanno incrementato i prezzi di vendita al pubblico. Hanno fatto bene?

L’esempio recente del cacao dimostra che all’aumentare dei prezzi i consumatori “perdono l’appetito”. Questo vale per i beni di lusso e anche per i beni alimentari. Infatti il cacao che nel 2024 ha visto il suo prezzo salire del 180%, ha già perso il 40% dai massimi.

CONSIGLIO PER GLI INVESTITORI

Investire nelle materie prime alimentari è possibile. Gli strumenti per cavalcare il trend sono numerosi e quelli più usati in Italia sono gli ETC, ovvero i “cloni” quotati in Borsa. Io consiglio sempre di affidarsi a gestori internazionali di provata esperienza e come strumento consiglio di usare i fondi di investimento, questo per due motivi:

– perché il prezzo delle materie prime dipende da troppe variabili, molte delle quali sconosciute ai piccoli risparmiatori;

– perché gli ETC hanno delle caratteristiche particolari che bisogna conoscere, altrimenti si rischia di rimanere “scottati”, ed ogni tanto purtroppo succede.

 

Riposati ogni tanto. Un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante.

Ovidio

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